Giocare al casinò è facile e immediato. Con la proliferazione di siti e piattaforme che
c’è in giro il processo diventa ancora più accessibile per l’utente medio. Sembrerà
strano, ma non tutti possono avere, tuttavia, le stesse possibilità.
Questo perché in alcuni Stati del mondo il gioco online è considerato illegale. Sono
ancora tanti i Paesi che applicano un certo tipo di regime sotto questo profilo,
mentre altri continuano a seguire la linea dell’apertura e della libera ambizione.
Quali sono gli Stati dove il gioco online è legale
Nel mondo, giocare sia sul piano online che fisico, si considera un’attività ludica a
tutti gli effetti, talvolta redditizia, altre volte un po’ meno. Il gioco online legale è
concesso in uno stato dal sapore liberale e democratico come gli Stati Uniti
D’America.
Fra le varie città e stati americani, non è un caso se lì vi si trova la patria mondiale
del casinò, Las Vegas, laddove ogni anno si riuniscono migliaia di persone sotto
un’unica stella. Su suolo americano vige la legge del 2006, redatta sotto la
presidenza Bush, secondo la quale ogni Stato presenta una licenza di gioco valida
solo per lo Stato in questione e non valida nel caso in cui si oltrepassi un certo
confine generale.
Anche in Canada i casinò rappresentano una buona fetta di guadagno per il governo
locale, legalizzati a tutti i livelli. Oltre 100 le strutture su territorio canadese
all’interno delle quali è possibile esercitare il proprio diritto di gioco con legalità e
trasparenza. In Europa la nazione che comprende più casinò in assoluto è la Francia,
terra d’origine di uno dei giochi più famosi in sala, la roulette.
In Italia i casinò più prestigiosi sono presenti tra Venezia e Sanremo. Qui funziona
così: affinché un casinò reale o online possa considerarsi legale deve essere
regolamentato attraverso l’azione e la supervisione dell’ADM, meglio nota come
Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli. Solo dopo aver seguito le linee guida
stabilite dall’ente in materia anti-frode e riciclaggio ci si può considerare tutelati e
legali a tutti gli effetti.
Quale regolamentazione per il gioco online
La regolamentazione in Italia è un tema piuttosto complesso, ma doveroso da
affrontare. A livello europeo non esiste una legislazione totale che si possa applicare
in senso lato ed è per questo motivo che l’Italia, in buona sostanza, ha deciso di
muoversi da sola.
Chi vuole gestire un casinò online deve partire dal possesso di una licenza. Senza
questa non si può andare avanti nella pratica di accettazione. È il cosiddetto AAMS,
l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, a vigilare sotto questo punto di
vista. Collabora attivamente con il Ministero dell’Economia, il quale, a sua volta,
stabilisce requisiti da avere all’atto di iniziazione della pratica, pena l’esclusione.
Sul Libro Blu vengono riportati i dati ufficiali relativi agli incassi dei casinò, sia fisici
che telematici. Una regolamentazione gestita direttamente dall’Autorità delle
dogane e dei monopoli.
A seconda dei casi vi si applica un certo tipo di imposta. Nel caso di casinò e affini il
corrispettivo ammonta al 25% delle vincite. La trasparenza, dunque, è il requisito
fondamentale attraverso cui dare vita ad un casinò online.
Legalità e sicurezza sono alla base del gioco digitale e questo rende le norme, per
effetto, più severe e rigorose rispetto a tanti anni fa. Anche in termini di software di
cui usufruire la legislazione italiana è piuttosto chiara, conformandosi alle condizioni
stabilite da AAMS.
I Paesi dove il gioco è illegale
Non tutti gli stati del mondo dispongono di casinò. Ne esistono tanti dove l’attività di
gioco è definita a tutti gli effetti illegale. La pratica del betting, ad esempio, è
assolutamente vietata negli stati islamici, come possono essere gli Emirati Arabi e il
Qatar.
Tuttavia, la regolamentazione risulta meno stringente per quanto concerne il gioco
online, mentre in termini fisici il discorso cambia completamente. Si rischia
addirittura la pena fino a 2 anni di carcere se si viola questo presupposto di fondo.
I bookmaker più famosi non hanno alcuna sede all’interno di questi Paesi repressivi,
ma finiscono per operare in ogni caso al di fuori della regolamentazione nazionale.
La situazione è grossomodo la stessa per quanto riguarda i Paesi orientali, come il
Giappone, la Cambogia e la Corea del Nord. In Corea è vietato scommettere per la
popolazione locale, ma non per i turisti. Non è un caso che l’unico casinò operativo
nella capitale sia aperto soltanto a coloro che entrano nel Paese per la prima volta.
La liberalizzazione dei casinò in Giappone viene circoscritta solamente a luoghi
specifici situati in hotel o resort. Lo stato più intollerante al gioco online e fisico in
Europa si chiama Polonia. Lì il governo locale fa di tutto per rendere l’accesso al
gioco particolarmente complicato e impervio.
La legge che vieta il gioco online ai minori
In Italia è la legge n°111 del 2011 a vietare esplicitamente il gambling ai minori di 18
anni. Solo dopo aver compiuto la maggiore età si ottiene il riconoscimento dello
status di giocatore legalizzato.
Le piattaforme, a prescindere dalla destinazione e dall’utilizzo che se ne fanno, sono
tutte unite sotto questo principio di responsabilità. Tuttavia, la proliferazione di siti
dove poter giocare online porta inevitabilmente ad attrarre qualche minore in più,
aggirando, di fatto, le norme anti-gioco nella fattispecie. Ecco, uno dei motivi per
cui, se si vuol tentare la fortuna, bisogna provare i videopoker certificati e non altri
di chissà quale sito. Già questo potrebbe essere un indizio: se rispettano questa
legge, allora vuol dire che sono a norma e non presentano, di solito, lacune sul piano
della sicurezza o altro.
Esiste un determinato tipo di procedura per evitare che si produca tutto questo. Si
chiama KYC, acronimo di Know Your Customer. In pratica, rappresenta un processo
di contrasto utilizzato dalle aziende in ambito finanziario, ma facilmente applicabile
anche al gioco online.
La sua funzione principale consiste nel blocco di frodi e riciclaggio di denaro, mentre
ne costituisce una funzione collaterale, ma allo stesso modo essenziale, l’esclusione
e la conseguente tutela dei minori dal gioco online. In questo modo viene
sostanzialmente negato l’accesso del minore al gioco attraverso la verifica dell’età e
dell’identità di un utente.
Esistono persino app che consentono di bloccare in automatico l’accesso a
determinati tipi di siti. Una soluzione a cui ricorrono sempre più i genitori dell’era
moderna allo scopo di controllare i propri figli.